Mercato del lavoro in leggera flessione a maggio
Per il mese di maggio i dati Istat (link ai dati completi in pdf) evidenziano una stazionarietà del livello della disoccupazione e un leggero calo del numero di occupati. Il tasso degli occupati scende al 62,2% su base mensile, dopo tre mesi di crescita (-17mila unità). Il calo coinvolge sia i dipendenti a termine, scesi a 2 milioni 879mila, che gli autonomi, pari a 5 milioni 89mila, mentre prosegue la crescita dei dipendenti permanenti che raggiungono i 15 milioni 986mila. Il numero di occupati supera quello di maggio 2023 del 2% (+462mila unità), per effetto dell'incremento di 498mila dipendenti permanenti e di 42mila autonomi, e della diminuzione di 77mila dipendenti a termine.
Il tasso do disoccupazione resta stabile al 6,8%, con quello giovanile che sale al 20,5% (+0,1 punti). Il numero di inattivi cresce (+0,3%, pari a +34mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-24enni e i maggiori di 50 anni, diminuisce tra i 25-34enni ed è stabile tra i 35-49enni. Il tasso di inattività sale al 33,1% (+0,1 punti). Rispetto a maggio 2023 calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-11,3%, pari a -224mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,8%, pari a -102mila).
IL COMMENTO DI CONFCOMMERCIO
Il direttore dell'Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella ha commentato i dati Istat sul mercato del lavoro. "La contenuta riduzione rilevata a maggio sul versante degli occupati (-17mila unità su aprile) non desta al momento particolari preoccupazioni e non modifica la tendenza di lungo periodo". "D’altra parte - ha osservato Bella - anche a maggio si conferma il progressivo aumento dell’occupazione dipendente con contratti a tempo indeterminato e il miglioramento dell’occupazione femminile. Non vanno comunque sottovalutati alcuni segnali di criticità che emergono dal mondo del lavoro, sintomi di un mercato che procede a più velocità. Dopo un bimestre in positivo gli autonomi hanno registrato una tendenza alla riduzione (poco meno di 42mila unità sul mese). Altro aspetto sfavorevole è rappresentato dal significativo aumento delle richieste di ore di cassa integrazione da parte del settore industriale, a conferma delle perduranti difficoltà incontrate da un importante settore della nostra economia".
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